Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(Martha Medeiros)

lunedì 19 gennaio 2009

l'aria cambia


L’aria qua intorno si fa sempre più tetra e pesante, è come se quell’11 giugno fosse talmente lontano da non trovare le forze di vivere sti mesi, di aprire un libro e studiare, studiare davvero.

È come se attendessi la fine della scuola, o per lo meno la gita a Parigi, senza voglia di riprendere, di ricominciare un altro quadrimestre, i soliti compiti e le solite pagine bianche e nere.

Un pentamestre, cinque mesi mi aspettano e la loro lunghezza sembra davvero incredibile, destinata a non arrivare ad un capolinea.

E la prossima sarebbe già l’ultima estate, le ultime vacanze estive prima di un mondo talmente grande che è impossibile vederne i confini.

Fuori piove, fine fine, guardando meglio quelle gocce sembrano addirittura miste a morbidi fiocchi di neve ma altra neve non è forse quello che ci serve, c’è ne è ancora un metro li fuori.

Cosa dire di altro.

Tu che sei vicino e distante allo stesso tempo, tu che arrivi con le tue parole e tutte le sere con una buonanotte che mi ruba un sorriso. Dove andrai a finire? Nel dimenticatoio, in men che non si dica, o quale sarà il tuo destino?

1 commento:

  1. sei davvero così triste? in fondo gli anni della scuola non sono per ninte strani... sorridi, e pensa positivo... ricorda k in fondo ci sono tante persone k ti vogliono bene...

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Ciao a tutti!!!mi raccomando lasciate una traccia del vostro passaggio, mi farà piacere venirvi a trovare!