Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(Martha Medeiros)

domenica 18 maggio 2008

cazzo che schfo.


Che periodo: non ho voglia di studiare, non ho voglia di scendere dal letto la mattina e andare a scuola, non ho voglia di vedere altre persone, non ho voglia di uscire, non ho voglia di divertirmi il sabato sera, non ho voglia di dimenticare, non ho voglia di guardare avanti, non ho nemmeno più voglia di scrivere.

Non ho più voglia di fare nulla, è tutto così semplicemente “uguale”, avrei voglia di ricominciare ma è come se mi mancasse qualcosa che mi permette di farlo. E litigo con tutti, e non sopporto più i miei.

E mi ritrovo a leggere frasi, parole di un passato troppo recente che dicono per esempio
5 MESI FA A QUEST'ORA VERSO LE UNDICI PIù O MENO, SULLA PANCHINA DI UN PARCO INIZIAVA UNA STORIA.
ANZI NO è SBAGLIATO CHIAMARLA STORIA, INIZIAVA LA NOSTRA FAVOLA.
LA FAVOLA PIù BELLA AL MONDO CHE è CRESCIUTA DI GIORNO IN GIORNO, PER ARRIVARE QUA, AL 20 MARZO, ESATTAMENTE 5 MESI DOPO.
TI VOGLIO BENE, AMORE. TI VOGLIO DAVVERO TANTO BENE.
E FARò DI TUTTO PER PROSEGUIRE QUESTA FAVOLA, PER NON MANDARE ALL'ARIA QUELLO CHE INSIEME ABBIAMO COSTRUITO.
BUONANOTTE AMORE MIO, SOGNI D'ORO....”

e maree di ricordi inondano i pensieri, li sommergono fino a farti smettere di respirare. Ricordi ovunque. Vorresti aprire il cassetto prendere quella collana, rimetterla. Metterla ancora. E poi un senso di paura ti travolge: chissà come starà li sul tuo collo ora, forse sarebbe fuoriposto, forse tutti passando la noterebbero come se avessi al collo chissà quale cosa. Poi pensi ma tutti chi?! Tutti cosa potrebbero notare?una semplice f…eppure quella non ti sembra più una piccola semplice f, ti sembra qualcosa di troppo pesante da portare, di troppo pesante da tenere.

E così ti verrebbe da prendere quella borsa viola, nell’armadio, aprirla e stringere quel peluches che tiene dentro da un po’ di tempo, ma poi ti sembra che il cuore che quel peluches tiene cucito sulla pancia sia diventato troppo grande, troppo per riuscirlo ad abbracciare.

Cazzo che schifo.

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