Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(Martha Medeiros)

giovedì 27 dicembre 2007

stanotte...

Stanotte è una di quelle notti che….che ti viene da prendere la tua coperta, uscire dalla finestra e sederti li…nel tuo angolino, con la tua musica nelle orecchie che ti isola dal mondo, protetta semplicemente da quella trapunta di stelle che riesce a scaldarti solo guardandola.

E li in quell’atmosfera così fragile da rompere, accendi la solita sigaretta tutta meritata.

Chiudi gli occhi, respiri lentamente, pensi velocemente, ricordi con calma, vivi tranquillamente.

Si stanotte è una di quelle tante notti che si ripetono più volte sempre allo stesso modo, quella notte simile a molte notti d’estate dove ad accarezzarti la pelle c’è un soffio di vento, quelle notti d’autunno dove vieni sfiorata da una foglia secca, marroncina, alla fine della sua breve esistenza, quelle notti di primavera dove vieni colta da un’aria piena di una nuova vita.

Ma questa è una notte d’inverno, di pieno inverno dove il freddo ti fa rabbrividire, dove il freddo sembra addirittura che riesca a frenare il caos, l’ingorgo della tua anima.

Sembra che i secondi rallentino, scorrano meno velocemente del solito e sembra che qualcosa torni a posto, riprenda il suo ritmo.

Ti senti come una piccola bollicina dispersa nel mondo, tutto intorno a te ruota e invece tu resti ferma, tu non ti muovi, stai li nel tuo angolino ovattato.

Ti crei una vera e propria pace interiore, che vorresti fosse eterna, vorresti non finisse più…e poi un brivido improvvisamente ti percorre tutto il corpo e ti fa sobbalzare.

Riapri gli occhi, ti ritrovi in quel posticino dove passi tutti i giorni, a cui molte volte non ci fai nemmeno caso, ma tante altre volte ti ospita nelle tue notti malinconiche in cui ritrovi la pace in cui vorresti vivere ogni attimo della tua breve vita.

e allora una vocina ti dice “resta ancora….” ma sai che non puoi, il motivo non lo sai, ma non puoi restare perché è ora di andare.

Torni nel tuo letto ti copri un po’ di più perché fuori faceva davvero freddo e ora te ne accorgi, ma quel tuo letto non è come quel posticino la fuori… no è tutta un’altra cosa.

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