Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

(Martha Medeiros)

sabato 8 novembre 2008

...non ha bisogno di un titolo...

qua sotto due giorni di questa settimana, dove improvvisamente mi è tornata la voglia di scrivere...

6 novembre

I giorni passano e le cose peggiorano, le cose vanno sempre peggio. Mi ero imposta sta volta di aspettare che gli altri venissero da me, a cercarmi, a cercare di recuperare quei rapporti che stavano scivolando dalle mani.

Ancora una volta non c’è l’ho fatta, per il mio essere così troppo me stessa, ancora una volta non ci sono riuscita, sono stata io a scrivergli…lo so, solo un messaggio, quei messaggi che tanto odio perché troppi ne ho ricevuti…ma non mi sono posta troppi problemi, troppi ma, l’ho inviato.

E il risultato è stato alquanto deludente, troppo deludente; è stato una conferma di ciò che già avevo presupposto e che già anche avevo cercato di convincermi che non fosse vero.

È stata una giornata eterna, iniziata con il piede sbagliato dopo una notte passata con le cuffie nell’orecchie a pensare.

E vi assicuro che una delle cose più deprimenti che vi può capitare è trovarvi soli, in un letto, in una stanza completamente buia, con le mille parole di canzoni fin troppo familiari che rimbalzano nella mente facendo riaffiorare ogni tipo di ricordo, e lacrime troppo salate che nascono, che si fanno strada per cadere in una realtà completamente vuota e fin troppo nera.

Mi sento davvero stupida, stupida nel fidarmi sempre così tanto delle persone, nel riporre fiducia in coloro che sono al mio fianco. Alla fine a rimetterci sono io, questo ormai l’ho capito eppure non riesco a smettere di sbagliare, tutte le sante volte.

Dovrei essere più indifferente, smettere di pensare sempre a cosa faccio, a farmi mille problemi su come devo comportarmi, smettere di pensare a come reagiranno gli altri di fronte a ogni mia singola scelta.

Smettere di cercare tutte le volte di ricucire i rapporti, perché se questi rapporti sono così validi, sono così saldi allora per una volta saranno gli altri a cercare di recuperarli.

Questo però mi fa pensare troppo…pensare che magari troppe volte ho cercato qualcuno che da me non sarebbe mai venuto, troppe volte ho cercato di recuperare qualcosa per cui non ne valeva la pena.

Questo mondo non l’ho capisco, pensavo che sull’amicizia avrei sempre potuto contare perché fin da quando sono piccola mi hanno insegnato la favola dell’amico del cuore, quell’amico del cuore che ti seguirà ovunque, come mi hanno raccontato la favola del principe azzurro che si farà riconoscere dagli altri per il suo essere diverso.

Ma sul fatto che il principe azzurro arriva soltanto nelle favole dove esistono le principesse che vincono sulle streghe belle e cattive non avevo dubbi, però riservavo ancora molta speranza in quel che si suole chiamare “Amico”.

Al mio Amico non avrei mai pensato di riuscire a dire certe parole e nemmeno avrei pensato che lui mi avrebbe detto certe cose. Non avrei mai pensato di trovarmi a scrivere con così tanta rabbia mista a delusione mista a chissà qual altra sensazione al mio Amico, attenzione: quello dalla a maiuscola. Non avrei mai pensato che pure lui sarebbe stato in grado di ferirmi in quel modo e non avrei mai pensato a con quale facilità avrebbe fatto volare via la nostra amicizia, speciale, diversa, importante, unica.

francesca


3 novembre 2008

oggi ho iniziato volontariato per il dopo scuola!!mamma mia tre ore a far fare i compiti ai bimbi stranieri (per lo più) delle elementari: mettere in ordine alfabetico i nomi, scomporre i numeri in centinaia, decine e unità e scriverli in lettere!

Bello comunque, almeno per oggi che era il primo giorno e che non c’era ancora così movimento!

;-)

Bene, parliamo d’altro ora, in particolare of my life.

“scusa venerdì mi sono completamente dimenticato del tuo compleanno e lo so mercoledì sono stato proprio un cretino, volevo solo passare un momento diverso non volevo ferirti e ho sbagliato a scegliere te, non volevo ferirti, ma ora sono felice, davvero felice….”

Queste parole, prese singolarmente, hanno pesato una più dell’altra, messe insieme sono state davvero un macigno che si aggiungeva già ad una serie di cose accumulate nei giorni indietro.

Non eri più lo stesso e questo ormai l’avevo capito, fin dal primo giorno in cui siamo tornati a scuola. Le tue battute iniziavano ad essere pesanti, talvolta facevano male, ferivano, ma appena te lo si faceva notare partivi incazzato sostenendo che tutti ce l’avessero con te. Battuta su battuta, frase su frase, abbiamo iniziato a parlare meno. Ci stavamo allontanando ogni volta di più.

Ci sono stati dei giorni in cui non ci siamo rivolti parola e tu andavi in giro a dire che il mondo se l’era presa con te, ingiustamente, che tu non avevi fatto niente eppure tutti ce l’avevano con te…forse non era semplicemente il fatto che certi tuoi atteggiamenti, certi tuoi modi di fare facevano male e tu nemmeno te ne accorgevi?

Pochi giorni dopo sembrava che le cose stessero riprendendo il loro ordine e quindi avevo pensato “è stato un periodo”, poi un sabato sera, al compleanno…quella sera già percepivo qualcosa di diverso, qualcosa di strano in te nel tuo modo di fare con te, ma mi ero poi convinta che fosse soltanto una delle mie mille paranoie.

Poi è arrivato mercoledì, una gita che stava finendo perfettamente, noi davanti ad una pizza, noi sempre i migliori, a parlare e scherzare come una volta, come tante volte avevamo fatto…e poi…e poi il viaggio di ritorni. Tu che mi pugnali alle spalle, tu che ci provi di nuovo, tu che mi fai male nonostante tu fossi UNO DEI POCHI, ai quali avessi raccontato quello che era successo in me in tutti questi mesi da quell’aprile. Il mio cambiamento, le mie esigenze che cambiano, il mio essere diversa, soprattutto per quanto riguarda amici e rapporti.

Ma tu te ne freghi di questo, ma a te non importa di questo forse perché io sono quella che c’e per soddisfare ogni tua esigenza, pronta a fare cazzate solo perché tu lo vuoi, pronta ad andare con il primo che capita perché questo lo decidi, lo vuoi ed interessa a te, unicamente a te.

Me ne vado e tu rimani solo. Sto male in quel momento. Io sto male. Ti sembrerà strano ma anche io posso stare male, non solo tu, vittima di ogni cosa.

È la goccia che fa traboccare il vaso, avrei bisogno di sfogarmi, di liberare tutto ciò che ho dentro. Non posso. Non è quello il momento, il luogo opportuno.

Ovviamente tu di questo non te ne rendi conto.

Poi casualmente mi giungono all’orecchio voci, voci su di me, su di te, su quel viaggio di ritorno.

Mi dirai “fregatene di quello che dicono gli altri”, ma permettimi invece di dirti che a me importa il giudizio degli altri, mi importa di ciò che si dice di me in giro, soprattutto se si tratta di cose non vere e mai accadute.

Venerdì. Arrivi e manco mi saluti. Speravo in un “ciao Fra, auguri”, tutti ci sono arrivati…che ingenua vero nel richiedere che il MIO MIGLIORE AMICO almeno mi faccia gli auguri il giorno del mio compleanno?! Fa niente, la sera ti incrocio al palà “ciao Fra” e te ne vai via.

Grazie, grazie.

Poi il tuo messaggio di ieri dove mi dici che sei felice ecc ecc.

Tu non capisci tu non puoi capire. Mi hai sempre detto che ero la tua migliore amica, che ero una persona speciale, che tu ci saresti sempre stato per me e tante altre belle parole, tante belle frasi, quelle tue…e poi non ci hai pensato due volte a tentare di rovinare la nostra amicizia con un bacio del cazzo senza valore, non ti sei impegnato troppo a dimenticarti che esistevo.

Certo perché ti accorgi degli altri unicamente quando le cose a te vanno bene, quando tu sei felice, e gli altri, quelli che tu chiami amici dove cazzo li metti???? Le tue risposte in questo ultimo periodo sono sempre è solo state “ci sono già io a farmi troppi problemi, quindi non farteli pure tu…” ma non ti sei mai posto il dubbio che ogni tanto, Fra, quella persona a cui dici di essere tanto amico, quella persona che dici così speciale, abbia avuto qualcosa da raccontarti, da dire?! Che ogni tanto abbia avuto bisogno anche lei di qualche parola al posto giusto?! Perché non ti accorgi che esistono anche gli altri?! Dici di essere cambiato, stanne certo che è così…non sei più la persona di una volta, quella che era disposta ad ascoltare, quella attenta, che sapeva ridere, vivere con i suoi amici senza ferirli, quella che ci teneva alle persone, ma soprattutto quella che dava un senso alle cose che faceva.

Non sei più il mio amico, quello che ho preso una mattina di settembre di prima superiore e con cui sono cresciuta…sei qualcosa di diverso, che non mi piace e che mi fa male…perché capisco di perdere una delle persone che ritenevo più importanti…e non mi importa nulla dei tuoi messaggi di scuse, di messaggi, di frasi scritte e fatte ne ho sempre ricevute troppe da tutti, se davvero te ne fosse fregato qualcosa di una amicizia che andava a farsi fottere sta mattina saresti venuto da me, mi avresti preso, e mi avresti detto parliamone.

Dei tuoi messaggi che mi mandi su msn non me ne faccio più niente. Sono parole al vento. Sono parole che non mi servono più a nulla.

Le persone cambiano…cambiano pure in peggio…rivoglio il mio amico, quello di una volta, quello che non mi avrebbe mai fatto male, quello che mi avrebbe capito, quello che almeno avrebbe cercato di farlo, quello che non avrei mai smesso di aiutare per il semplice fatto che gli volevo bene.

Mi ritrovo accanto una persona che non so chi sia.

e tutto mi sta facendo schifo in questo periodo.

Sta volta hai esagerato. Non ho niente da dirti se non il fatto che mi hai deluso. Sei stato una grande delusione questo si.

francesca

3 commenti:

  1. Ciao, la tua visita mi ha fatto tanto felice... se torni da me c'è un premio che ti aspetta.

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  2. mamma che intervento lungo...e profondo....

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  3. ciaoo
    oddio questo post è bellissimo *_*
    complimenti...
    cavolo hai scritto iun sacco!
    ora scappo se ti va passa da me
    :P
    bacio

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